30rocks-24novembre2009

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il secondo teorema dell’oggetto perso, detto anche teoria dell’ostaggio del vortice spaziotemporale

un oggetto non è mai perso. è semplicemente preso in ostaggio dal Vortice Spaziotemporale del Caos (che, a casa mia, ha il suo epicentro in una zona compresa tra l’ingresso e la prima sedia disponibile per l’appoggio borsa).

il suddetto Vortice Spaziotemporale è sempre disponibile a rendere indietro l’oggetto preso in ostaggio. solo che come riscatto vuole un altro oggetto.

esempio. hai perso il rossetto? quando lo ritroverai, ti accorgerai che non trovi più il cappello di lana grigia con la spilla di feltro. e via dicendo.

questo atteggiamento, tipico del Vortice, potrebbe erroneamente essere decodificato come Cattiveria, ma non è così. il funzionamento del Vortice si basa su un complesso sistema di Equilibrio dell’Entropia, che serve a controllare il numero di cianfrusaglie sparse in una casa. è evidente che se il Vortice smettesse di funzionare, restituendo tutti gli oggetti, l’Entropia si espanderebbe fino a far collassare l’universo.

quindi facciamo finta di non aver bisogno di quel braccialetto tanto carino o di quel cappello. facciamolo per il bene dell’umanità.

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il teorema del rossetto perso

un rossetto perso non è mai davvero perso, è sempre dentro una borsa.
il problema è capire di quale borsa si sta parlando.

una delle borse della signora maria
una delle tante, estate 2008, mi serviva una foto con una borsa. chissà lì dentro cosa ci è rimasto.
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la televisione sintonizzata su un canale morto aveva il colore del cielo sopra il porto che aveva il colore di una televisione sintonizzata su un canale morto.

la morte della tv analogica
16 novembre 2009, int. giorno

più di dieci anni di onorato servizio, la tv che prima di svettare nel salottino e poi in cucina, svettava nel salotto di nonna, dovrà essere soppressa. la scart funziona male, il decoder non può essere utilizzato. nessuno ha voglia di trasportarla ad un negozio di riparazioni, in tutti i suoi trecentosessanta chili da televisione con tubone catodico. su questa tv nonna ci ha visto le telenovelas e i tg, i quiz e forse anche qualche telefilm. io ci ho fatto i migliori zapping notturni universitari, e tante trasmissioni trash hanno accompagnato la preparazione di pasti e la pulizia di stoviglie. mivar, purtroppo presto ci saluteremo. ma io metto questa foto qui, perché ti possa ricordare sempre, in tutto il tuo splendore catodico. hai svolto i tuoi compiti con onore, e questo non sarà mai dimenticato. ti ho voluto bene. e mi mancherai, la mattina, mentre bestemmiando come sempre cerco di preparare qualcosa a base di caffeina che mi dia la forza di parlare senza grugnire. ti ho voluto bene, e te ne vorrò sempre.

inciso sullo switchoff: la tv del salotto è stata ri-sintonizzata, presenta un centinaio e passa di canali. i canali sono stati memorizzati in ordine totalmente casuale, e ne mancano un botto tra i quali alcuni per cui staremmo anche pagando. di quelli che si vedono, una buona trentina sono dedicati a televendite. tutte uguali. presto il jingle di “giorno e notte” dominerà l’universo.

per il momento toccherà fare colazione in salotto, il che è scomodo ma non negativissimo, visto che grazie ai canali mediaset +1 potrò vedere georgie senza dovermi svegliare per forza alle sette e mezza.

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anche questo niente male, come ventennale – 20 anni di doolittle

uno dei dischi più ascoltati in vita mia, forse.
ovviamente l’embed su wordpress non funziona.
(trattavasi di flash con possibilità di scaricare gratis un live degli amati Pixies.)
si può fare clic sull’embed dove ho trovato la segnalazione, qui.
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[autolesionismo] oddio no, c’è pure la foto su internet.

i colossi di roma, tris di bruschette trippa, coda, coratella. bir&fud. foto di roma-gourmet.net
i colossi di roma, tris di bruschette trippa, coda, coratella. bir&fud. foto di roma-gourmet.net

lo sapevo, sabato scorso non dovevo andarci, lo sapevo. ora non riesco più a togliermele dalla testa.

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ogni canzone mi parla di te

sarà che quando si è tanto presi da qualcosa, sembra di rivederlo da tutte le parti. ma non mi ero mai accorta dell’impressionante numero di canzoni che parlano della dieta.

La lontananza sai è come il vento,
che fa dimenticare chi non s’ama
è già passato un anno ed è un incendio
che, mi brucia l’anima.
Io che credevo d’ essere il più forte.
Mi sono illuso di dimenticare,
e invece sono qui a ricordare . . .
a ricordare te

pensò lei, mentre addentava la bruschetta ricoperta di trippa. (ndr: in realtà è già passato un mese. fosse stato un anno probabilmente avrebbe anche pianto, mangiando la bruschetta.)

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yet another post sulla memoria

questo è il motivo per cui tutto dovrebbe scorrere via e non restare mai, mai da nessuna parte, perché è improponibile che ti ritrovi a sfogliare un diario, aprire un cassetto, una scatola, un armadio, la pagina dieci del tuo album di flickr – e trovi delle cose che neanche ti ricordavi di avere, e da una parte dici “ahah, ma guarda”, e dall’altra dici “ma sono cretina? ma perché l’ho lasciata qui, a imperitura memoria di come non sarò mai più?”. nell’ansia del non saper scegliere MAI cosa buttare e cosa no, facciamo così: io agirò a caso, senza particolari accorgimenti, né per conservare ossessivamente, né per cancellare ossessivamente. quello che resta, resta.

(e ti ritrovi a sperare in un incendio che spazzi via tutto, in un FAIL della memoria di qualche server che dimentichi tutto quello che non hai il coraggio di buttare anche se sai che non ti servirà mai, che non lo riguarderai mai.)

poi però le rivedi, tutte quelle cose, e dici “no, non potrò mai separarmene.” robba mia, vientene con me.

coe

dal flickr della signora maria, cinquemiliardi di anni fa. (jonathan coe, ovviamente.) la pecetta è sul nome “Maria”, all’epoca ero un po’ paranoica. [adesso invece sono enormemente migliorata, chiaro.]

[ah, ho già scritto questa cosa dell’ansia della memoria e degli oggetti in altri trenta modi diversi, forse neanche tanto diversi? maddai, non me lo ricordavo]

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mai truccarsi ai matrimoni

nell’ultimo mese ho assistito a 4 matrimoni, 2 veri e 2 in una serie tv, che poi è la stessa cosa perché quando segui una serie da tanto e qualcuno si sposa è come se si sposassero amici tuoi.

ho pianto a tutti e quattro. se poi vogliamo metterci anche i film, allora ho pianto a tutti e cinque. ecco i premi.

miglior location, miglior ciucca, miglior post-festa, menzione speciale per pianto da ingresso sposa in poi, selezione “un certain regard” per l’ansia che avevo già da una settimana prima e la preoccupazione per il meteo manco fosse il matrimonio mio: M e D, coppia di amici.

miglior buffet, migliore sistemazione al tavolo con ottime nuove conoscenze, peggior parcheggio con salto di inizio della cerimonia: S e S, cugina e sposo.

miglior entrata in chiesa, migliore doppia celebrazione delle nozze, miglior pre-party: Jim e Pam Halpert, The Office.

miglior storia d’amore prima del matrimonio: Carl e Ellie Fredricksen, Up.

miglior officiante del rito*, miglior cerimonia, migliori intrighi pre-nozze, premio speciale “non me l’aspettavo ma ho pianto tantissimo”: Rufus e Lily Humphrey.

*per chi non lo sapesse stiamo parlando di Kim Gordon, non so se mi spiego. (riceve automaticamente anche il premio “OMMIODDIO urlato più volte durante la celebrazione”)

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fisse e prefissi

una vita spesa (male) a (non) capire la differenza tra “preoccuparsene” e “occuparsene”.

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