i misteri della fisica gastronomica

ci sono domande cui mai potremo rispondere con sufficiente certezza.

come, ad esempio:

com’è possibile che, qualunque sia la quantità iniziale di spinaci, scarola, bieta, o qualunque verdura da bollitura, sia essa una quantità compresa tra dieci centimetri cubi e infiniti metri cubi, il risultato bollito è sempre due pugnetti di roba?

o ancora: cosa si nasconde dietro la cedevolezza del Rigolo Mulino Bianco, che decide di sfaldarsi e cadere nel té bollente, ustionandoti la faccia, proprio quando lo stai per addentare, e non prima?

ma soprattutto: avete mai visto quale miracolo cromatico si verifica, ad usare la verza rossa? io sì, ed ho deciso che l’aggiungerò a qualunque piatto, da oggi in poi. il viola va un casino, quest’anno.

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4 Comments

  1. Signora Maria, i suoi post potrebbero davvero incidere sulla mie abitudini alimentari. Potrebbero, se la mia venditrice di frutta e ortaggi riuscisse a reperire i prodotti che Lei cita. Dopo il cavolorapa, andrà sicuramente meglio con la verza rossa.

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