nonsoloborsette

sto leggendo questo libro, “la moda- un’introduzione”, di Simona Segre Reinach, che nonostante il titolo non si occupa della biografia di Dior, Armani, eccetera, ma dell’analisi della moda come fenomeno sociale, culturale, psicologico, antropologico, eccetera: una realtà umana complessa che viene analizzata dai più importanti teorici, da sempre. (se i cognomi Simmel, Veblen, Hebdige, Baudrillard, Bourdieu, Benjamin, non vi fanno venire in mente niente, è un problema vostro.) una delle cose interessanti di questo libro è la decostruzione del mito secondo cui le donne sarebbero le uniche ad interessarsi delle frivolezze della moda, e dell’abbigliamento. questo è ovviamente un mito messo in giro dagli uomini, per tenere le donne al posto loro e per non mettere in luce le loro lotte di potere, che passano anche, in maniera affatto trascurabile, dall’abito. in parole povere: ci prendete in giro perché ci occupiamo di borsette, ma lo dite sperando che continuiamo a farlo, senza mettervi i bastoni tra le ruote. e anzi, se la borsetta che scegliamo, poi, in serata, vi aiuta a far vedere ai vostri amici e nemici che la posizione da voi conquistata in società è alta, ancora meglio. ovviamente la mia è una riduzione semplicistica e incompleta, e funzionale al mio discorso, della trattazione del fenomeno “moda e gender” in questo libro.

nell’ottica della moda come fenomeno nient’affatto stupido, due sono le osservazioni fondamentali che ne derivano.

1) ancora una volta, zoolander (ARIDAJE!) non è un film scritto a caso. lo spunto iniziale, ovvero il motivo per cui derek viene reclutato da mugatu, dimostra che c’è una grande conoscenza del fenomeno fashion, la cui trattazione non può esimersi dall’includere anche i sistemi e gli apparati produttivi.

2) le malvestite non è un blog umoristico. è un trattato di antropologia serissimo. un’enciclopedia, dettagliata e avvincente, dell’umanità. chiunque cerchi di dire qualcosa di diverso, ovverossia che sono simpatiche donne che fanno ironia sul frivolo, sta commettendo un errore. la frivolezza è un vestito comodo, mimetico, strategico: per attaccare a colpo sicuro, non c’è niente di meglio di una bella apparenza innocua. tanto per dimostrare che non fanno ironia ma documentazione antropologica: di questi maschi qua ne conosciamo tutti almeno tre o quattro. che non solo rispondono alla descrizione, ma addirittura al disegno! impressive. per non parlare, poi, del processo di osmosi descritto: anche in quel caso, pura antropologia. (vorrei anche segnalare che, nell’illustrazione della testata, che si rifà all’evoluzione umana, l’ultimo stadio è il “malvestitecus DERELICTUS”… DERELICTE! zoolander c’entra sempre. sempre.)

e adesso, se volete scusarmi, vado a scegliere la mia mise di oggi.

“vestitevi come le vostre cameriere.” (c. chanel)

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7 Comments

  1. @Smeerch, grazie per il contributo. ottimo. 🙂
    @Zazza: mi stai dicendo, nella tua semplicistica decodificazione, che secondo te la sociologia della moda è un’invenzione del Bud Light Institute? 🙂

  2. No, Grazie a Lei, signora Simona Segre. Il suo commento è un onore, per me, e il suo libro l’ho davvero apprezzato, al di là del contesto semi-imbecille in cui l’ho inserito. Vorrei approfondire l’argomento, per cui sperando di non disturbarla, oltre a spulciare bene la bibliografia, prima o poi le scriverò. Grazie molte! 🙂

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