14 febbraio: san valentino o san cirillo e metodio?

ammettiamolo, dai. l’atteggiamento “san valentino mi fa schifo perché è una festa commerciale eppoi i pensierini carini o li fai tutto l’anno o non li fai mai” è ancora più insopportabile delle scatole di cioccolatini a forma di cuore.

I mean, è qualunquista, da quindicenne che scrive sulla smemoranda “l’amore è una merda, la vita è una merda, voglio morire, jim morrison portami via con te”.

andare contro al mainstream è troppo mainstream per me. è comodo dire io sono contro. e lo è molto meno difendere una posizione che MAINSTREAMamente è criticatissima.

ok.
quanto sopra, e l’esigenza di scriverlo, en pendant con la frase di ieri “credo che sia possibile ascoltare dischi fino al 96 e nient’altro di più recente e vivere musicalmente soddisfatti il resto delle nostre vite” e con quella di qualche tempo fa “non ha senso comprare accessori di fabbricazione attuale” laddove per accessori si intende accessori di moda, sanciscono in via del tutto definitiva il mio inesorabile invecchiamento, in picchiata fulminea verso La Sciura Maria.

questo spiegherebbe tra l’altro delle inquietanti pulsioni manifestatesi ultimamente, come l’interesse per le macchine da cucire, le perle, i vestiti di sartoria e i canali satellitari tematici di cucina.

è meglio che cominci a scrivere la mia autobiografia, finché mi resta un barlume di mordace sagacia giovanile.

ah, e per inciso, a tutti quelli che come me sono perdutamente innamorati, buon san valentino.

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