la signora maria meets verysimple.it

colgo l’occasione per parlare di una cosa che per me non è affatto very simple: scegliere. questo è il motivo principale, a parte il risparmio economico, per cui in genere aspetto i saldi. i negozi pieni di nuove collezioni mi danno la vertigine, mi viene la sindrome di Stendhal, mi aggiro in trance in mezzo agli scaffali incapace di decidermi per un vestito o per un altro, come se da quella scelta dipendesse la mia esistenza, perché c’è sempre un dettaglio, in qualsiasi abito, che me lo fa sembrare fondamentale, imperdibile. devo averlo! no, aspetta, devo avere anche quello! e quell’altro! l’incubo delle commesse.

perciò, quando mi è stato chiesto di scegliere qualcosa da provare dal catalogo primavera-estate Verysimple, ho dovuto mettere su una specie di campionato con le qualificazioni, i quarti, le semifinali, eccetera.

una cosa ce l’avevo chiara: magliette e vestiti. e dopo un’attenta analisi di decorazioni, perline, disegni, stampati, maniche, lunghezze, colori (tutto presente in quantità infinita), i tre finalisti del mio personale xfactor sono stati questa maglietta (oddio, la chanel rossa! con la tracolla VERA! ma non è adorabile?) questa canottiera (ALTRE BORSE! svengo.) e questo vestito/camicione (i pois! la cintura! altre perline!)

da brava cronica indecisa, spulciando di nuovo il catalogo mi sono resa conto che avrei voluto anche la giacchetta di felpa (COME HO FATTO A FARMELA SFUGGIRE?) ma è la mia condanna, le scelte onnicomprensive non esistono e prima o poi lo capirò, forse anche al di fuori dell’abbigliamento. speriamo.

le scelte che mi sono venute facili, invece, sono state quelle in merito alle sorti dei protagonisti della campagna su youtube: è una storia interattiva in cui si può decidere cosa far fare ai due innamorati. li ho fatti litigare in tutti i modi possibili e immaginabili, esattamente come ha fatto la fujiko, ma poi ho ceduto al mio cuore di marshmallow e l’amore ha trionfato. una campagna divertente, girata con attori non professionisti, selezionati online, dall’effetto molto spontaneo e quasi user generated.

ma torniamo alle scelte difficili: i capi. sono arrivati il giorno di san valentino, e nello scartarli sono rimasta piacevolmente sorpresa: nonostante l’apparenza molto “giovane” (oh, sono anziana io, eh.) li ho trovati davvero ben fatti, ben rifiniti, confezionati con cotone niente male. e massimo rispetto alle taglie, quelle vere. non ne posso più di S-M-L. porto la 44, voglio la 44.

l’unico appunto che mi sento di fare riguarda i prezzi. sicuramente giustificati dalla fattura dei capi e dall’attenzione al dettaglio (era un po’ che non vedevo decorazioni così rifinite) ma forse un po’ alti per un pubblico giovane, che non sempre ha dei budget adatti.

comunque la tshirt con la chanel rossa, già immortalata sul mio twitpic, è stata dichiarata vincitrice assoluta del mio xfactor diventando il primo indumento ufficiale signoramaria spring summer 2011. complimentoni!

e nel frattempo ho capito che mi viene più facile – molto più facile – scegliere tra una litigata e un bacio che tra una maglietta e l’altra. lesson learned 😉 e grazie, Verysimple.

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11 Comments

  1. @ecudiélle: qual’è il problema nel dire la tua su qualcosa che ti è stato proposto di provare?
    E tra l’altro in totale trasparenza.
    Se a te regalano un campioncino di una crema che ti piace non lo dici alle tue amiche, perchè è un segreto di stato?

  2. @Fujiko: perchè non chiamare le cose per quello che sono?
    E’ una marchetta.Poi possiamo anche dire che non ci sia niente di male, ma non cambia il risultato.Per quanto concerne il post in sè,è una marchetta poco efficace.Non è certo colpa dell’autrice,bensì della qualità del prodotto.
    Senza alcuna personalità e piuttosto dozzinale.Cara SignoraMaria le due magliettine scelte sono orribili e spero tanto che non vorrà veramente indossarle, insomma capisco la marchetta, ma lo stile è un’altra cosa.Il vestitino è passabile.Non di sera , per carità.
    Se desideri qualche dritta, scrivimi pure, sono una personal stylist e opero in mezza europa(marchetta per marchetta).In ogni caso abbandona l’idea di acquistare da Verysimple, non è molto semplice, è molto banale e non mi sembra adatto ad una donna (ragazza?)con una personalità frizzante come quella che mi pare tu abbia.
    Poi decidi tu!
    kisses

  3. @Missme: ti ringrazio per la gentilissima offerta, ma ho un ego troppo ingombrante per permettere a qualcun altro di dirmi cosa devo indossare 🙂 anche se il mestiere che fai te lo invidio molto, deve essere interessante e divertente. per quanto riguarda le magliette, sono serissima nella mia intenzione di indossarle. se non le avessi viste sul catalogo e non mi fossero piaciute, non avrei accettato di riceverle. se mi avessero fatto schifo l’avrei scritto, ma molto probabilmente avrei tagliato la testa al toro dicendo direttamente no all’inizio, per quale motivo farsi inviare gratis indumenti che non ti piacciono neanche in foto? sulla qualità, bisogna sempre prendere in considerazione i negozi che uno è abituato a frequentare. tu sei una personal shopper, perciò sarai abituata a cercare nelle migliori boutique. io sono una spiantata, e la maggior parte delle volte finisco da h&m, le cui magliette in genere sono fatte di carta velina, quando non direttamente di aria fritta mista a fibra sintetica. e non parliamo delle taglie. quindi insomma, direi che partiamo da presupposti diversi 🙂
    “lo stile è un’altra cosa” per me è una frase che non ha senso, perché non credo nel concetto di uno stile universale, applicabile aprioristicamente a tutti. ci sono troppe variabili che definiscono lo stile, per quanto mi riguarda, e soprattutto lo stile di una persona in particolare.
    però il discorso sullo stile mi incuriosisce molto, e mi piacerebbe saperne di più sul tuo lavoro. posso scriverti anche senza chiederti consigli? 🙂
    per quanto riguarda l’intenzione di acquistare da verysimple, il problema non si pone. è fuori budget, per me. 🙂
    comunque, ti ringrazio per la “personalità frizzante”. ovviamente hai preso una cantonata 😀
    ah, l’ultima cosa: non è la parola marchetta, che è corretta nell’uso in cui è proposta. è lo scandalizzarsi per la marchetta che ha lasciato interdette sia me che la fujiko.

  4. Cara MissMe, il tuo commento ruota tutto attorno al TUO gusto.
    Mai pensato che magari il gusto degli altri sia differente? E che magari a me una maglietta con le pailette che tu trovi orrenda e dozzinale a me possa piacere?

    Poi ti ripeto…dove sta il problema di quella che chiami “marchetta”??
    Non mi sembra che nessuno abbia nascosto niente.
    Sarà anche nel nostro diritto andare a scrivere di quello che vogliamo, o no?

  5. @signoramaria:puoi scrivermi quando vuoi,e non ti darò alcun consiglio.:P

    @Laura Fujiko :Onestamente non ho mai detto che la marchetta sia un problema.Forse mi confondi con qualcun altro.Potete scrivere tutto ciò che volete.LO stesso vale per me,ovviamente.Sul dozzinale ho qualcosa da precisare.I capi visti in catalogo riportano idee scopiazzate qui e li e per di più a prezzi non adeguati.Per quanto mi riguarda puoi anche indossare un sacco di juta se ti senti a tuo agio.Ma perchè pagare 60 euro una t-shirt che ,ad esempio, al Brick Lane troveresti a pochi euro?
    Evidentemente non è emerso,la mia non voleva essere una critica a voi ma alla linea di abbigliamento oggetto di marchetta!:P
    Buona giornata e buone pailettes a tutte.

  6. Buon pomeriggio a tutte,
    sono Rebecca di VERYSIMPLE.
    Siamo un’azienda aperta al dialogo e alle richieste da parte delle nostre consumatrici e accettiamo sempre molto volentieri i consigli o le critiche, se utili e costruttive.
    Per questo motivo saremmo molto liete MissMe di parlare direttamente con lei, magari indicandoci un indirizzo email al quale poterle scrivere.
    Ci piacerebbe capire se ha avuto, in passato, esperienze negative dirette con i nostri capi e in tal caso discuterne insieme per capire se e dove potremmo migliorarci.

    In attesa di un suo riscontro, la saluto cordialmente.

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