2009: pronostici e propositi.

il 2009 inizia ufficialmente come l’anno dell’invecchiamento. la cosa non è negativa, perché sappiamo bene tutti che dopo l’invecchiamento, c’è il vintage, ed essere vintage è una cosa molto aspirazionale.

alcuni avvenimenti avvenuti poco prima della fine del 2009 mi hanno fatto da aruspici, annunciando senza ombra di dubbio l’invecchiamento che si avvicina a grandissimi passi, nonostante il deambulatore.

a) ho organizzato per la prima volta nella mia vita una festa di capodanno a casa.

b) per la suddetta festa, ho preparato con le mie manine sante cotechino e lenticchie. nel frattempo, facevo avanti e indietro dal salotto come una pazza, controllando ossessivamente che i posti a sedere disponibili non fossero troppo pochi.

c) ho cazziato a morte, urlando come un’isterica, i responsabili degli antipasti che sono arrivati in ritardo. (vi chiedo scusa, umilmente, sono ingiustificabile. scusatemi. è l’arteriosclerosi, anzi no, gli ormoni, cioè, ecco, insomma… sorry.)

d) ho scaricato, per la mezzanotte, AULD LANG SYNE. (sì, la canzone americana che parte a mezzanotte del 31 in tutti i film, compreso il mio per sempre preferito “when harry met sally”)

e) mi sono ritrovata a pensare, senza imposizioni o costrizioni mentali di alcun tipo, “che palle queste donne sempre vestite di nero, ma perché non ci mettiamo un po’ più di colore?”, visualizzando terrorizzata i famosissimi tailleur a fiorelloni di mia madre, con grande sconforto e senso di impotenza. la genetica non mente. MAI. ho ormai pochissimo tempo rimasto, poi sarà troppo tardi e mi ritroverò imprigionata in un completino degno di una telenovela dell’84. aiuto.

f) ho ballato “grease”.

g) a mezzanotte del 31, mi sono quasi commossa.

h) ho deciso senza via di scampo che le guide lonely planet fanno schifo, e che piuttosto la prossima volta mi compro una guida del touring club italiano.

con la situazione ormai abbastanza chiara, davanti a me, ho coerentemente scelto i miei propositi per l’anno nuovo.

uno

due.

poi ci sarebbe la wishlist, che comprende un frigorifero senza porta di legno, cui posso attaccare il magnetino di ratzinger che mi hanno appena regalato. (anche se sto valutando l’opzione attack, che continua tuttavia a sembrarmi un po’ estrema)

devo dire che comunque l’anno non è iniziato male: complici amici in visita per la prima volta a roma, mi sono sparata in fila la pietà (con annessa spiegazione psicofreudiana rubata alla guida turistica argentina accanto a me), la trilogia di san matteo di caravaggio, e tante altre bellezze artistiche. questo ha sancito per me un altro grande punto di invecchiamento: più cose create prima del 1900 vedevo, più pensavo “l’arte contemporanea mi ha proprio spaccato le palle”. eccoci qua, nex step: “non capisco come si può chiamare arte una riga con un puntino accanto”, vedrai signora maria che presto lo penserai, e anche per l’arte, sarà troppo tardi. ti ritroverai a guardare gioielli egizi nei musei, pensando “ah, come erano bravi, sti egiziani! mica come quei tamarri di morellato”.

ci si vede in fila alla posta, per lamentarci del governo tutti insieme, o in balera, o alle bocce. anzi, no: in gita in pullman. io sono quella che ha comprato più padelle di tutti.

buon 2009!

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4 Comments

  1. gli amici dell’antipasto di cui al punto c) credo siano più che bendisposti al perdono, soprattutto in cambio dell’auspicata condivisione dello ‘ndujotto lasciatovi in eredità. per il salame sono sicura che sia già troppo tardi (ah, che salami, signora mia) 🙂

  2. e Buon Anno, cara.
    anche io ero vestita di nero, dato che ero in divisa da seria cantora.
    in quanto ai buoni propositi, continuo a preferire gli spropositi.
    e grazie a Dio, casa mia è troppo piccola per dare una festa di capodanno…! 🙂

  3. buon anno a te, tengi! anche io preferisco gli spropositi, è per questo che mi scelgo sempre propositi improbabili come quelli di cui sopra. 🙂
    per il vestito nero, beh, ecco, tu eri in divisa da seria cantora, cosa per la quale ti invidio molto, mentre io e quasi tutte le altre giovani donne della festa eravamo in divisa e basta, come direbbe Genevieve Antoine Dariaux, l’autrice dell’imprescindibile “Guida all’eleganza per la donna che vuole sempre essere vestita bene ed in modo adatto in tutte le occasioni” (che sembra il nome della scuola di Zoolander, ma ti giuro che è pressappoco il vero titolo del libro.). 🙂

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