roll the credits

e da qui in poi, invece, ringraziamo chi dobbiamo ringraziare.

questo post verrà aggiornato da qui a domenica con tutte le cose che mi vengono in mente.

Mireia, detta anche “fashion victim”: per avere superato il muro della mia diffidenza verso i trikini, perché sì, è vero, i trikini, e non me l’aspettavo, sono super-strategici. si vede che si basano sulla confusione dell’attenzione. E per tutta una serie di altre cose di estremo valore che non sto qui a enumerare, tra di esse, l’avermi fatto sentire a casa.

Lucio, il proprietario del bar de tapas “Casa Lucio”, per averci parlato per ore e ore, in spagnolo e catalano, di quanto adori la porchetta.

Julie, per i caffè delle nove di mattina, per la musica da “in macchina coi miei” che metteva sempre in ufficio, per l’appoggio durante le pause pranzo passate a cibarsi di barrette di cereali per dimagrire. E anche lei, per tutta una serie di altre cose, vedi Mireia.

Il proprietario del Bar Manolo, qua sotto, per il caffè dignitosissimo.

Il chirurgo che mi ha operato, per non essersi dimenticato il crogiuolo di pinze nella mia panza.

La mia estetista, per le chiacchiere e per suo marito che su internet invece dei subs in catalano mette direttamente le colonne audio.

Carolina, che anche se se n’è tornata a casa in Uruguay, è come se fosse sempre stata qui.

La tipa della banca all’angolo, che quando ha saputo che facevo “la pubblicitaria” ha cominciato a guardarmi con rispetto, emettendo urletti di entusiasmo ogni volta che mi vedeva.

Le megere della profumeria all’angolo, per avermi derubato di almeno 600 euro e avermi insegnato cosa vuol dire (all’alba dei mie quasi 30 anni) “pulizia del viso”.

Mango e Bershka, come dicevo in un altro post, per avere fatto le loro taglie talmente a caso che mi entra la 42.

Garbiñe, per i freelance che mi ha passato, perché quando sono soldi, vanno bene tutti.

Il pan con tomate. Perché è un’invenzione che deve essere esportata.
Lo stesso dicasi per
la clara,
il dulce de leche,
i datteri col bacon,
i pinchos,
il gazpacho.

Gloria, la mia insegnante virtuale di spagnolo: la tipa del quadratino in alto a destra del mio corso multimediale. Con lei, in tre mesi, maneggiavo l’indispensabile a livello di istruzione universitaria.

Tutti i bar italiani che fanno il negroni, specialmente quello in cui una volta avevano anche il Braulio.

Jordi L., perché è stato uno dei migliori dirimpettai d’ufficio.

I numeri 010 e 012, perché puoi chiamare e chiedere qualsiasi cosa, dall’orario di un ufficio al numero di telefono di una palestra, a come si fa un documento, e ti rispondono sempre. in catalano, la maggior parte delle volte, ma sanno sempre tutto.

Il copywriter dell’audioguida di Casa Batllò: hilarious.

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