once upon a time in America

Morricone era più o meno della generazione di mio padre (prendendola larga, visto che aveva quasi 10 anni di meno).

Quando una persona così se ne va, dopo che ha vissuto quasi un secolo facendo grandi cose, non mi viene la tristezza perché se n’è andata: le cose che ha fatto resteranno sempre. Avrà il funerale da rockstar che merita; niente cambierà mai il fatto che alcuni concetti potranno essere illustrati solo da alcuni specifici soundbite.

La tristezza che invece mi viene è generazionale: non ci sarà mai più gente così, per tutta una serie di motivi. Ce ne sarà forse altra, grande in altri modi; secondo me no ma è anzianità, ne sono certa.

Il confronto è impietoso, l’abisso tra le generazioni è certo un paragone sbagliato e da non farsi, ma mi capita di pensarci spesso. Cosa avevano già fatto, i miei predecessori, alla mia età, e cosa ho già fatto io, cosa abbiamo già fatto noi?

“Siamo andati a letto tardi.”

Il senso dell’umanità è l’impossibilità del rimpiazzo: il progressivo esaurimento di questa generazione per me ne è la più forte dimostrazione.

(fonte della foto: https://afdigitale.it/cera-una-volta-in-america-indimenticabili-blu-ray/ )

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