12 anni e sentirli

Diciamo che ho scritto il primo post di blog consapevole di essere tale a ottobre 2001 (Jesus Fucking Christ) e diciamo che 12 anni dopo (Jesus Fucking Christ) uno avrebbe tutte le ragioni per ritenere con certezza di avere già scritto quello che sta scrivendo (anche questo post qui). Diciamo pure che ci stanno i commenti invasi dai bot, e che il poco del meglio di me che è rimasto lo sto scrivendo da un’altra parte, laddove per poco di meglio di me intendiamo rantoli brevi (per sintesi quando vogliamo essere buoni, per incapacità di andare oltre quando vogliamo essere realisti) in forma di status, io che cinque anni fa facevo il record di accessi EVAH con un post nel quale dichiaravo che non avrei mai avuto un profilo facebook. (ah ah ah, io. certo.) Diciamo pure che i motivi per chiudere questo blog ci sono tutti, poi a me piace particolarmente dar fuoco alla roba all’improvviso e ricominciare da zero, non torno indietro quasi mai, non sono equipaggiata. In ogni caso, questo blog non chiude. Resterà fermo, parlerà a caso ogni tanto, tipo gli anziani pazzi. (Diciamo pure che ogni volta che scrivo dentro questo quadratino wordpress, ogni volta e ancora, incredibilmente, mi piace. Dovrei farlo più spesso, mi dico prima di pubblicare e dimenticarne l’esistenza per i successivi sei mesi.) Magari nel 2014 si compra un dominio per il suo noncompleanno (te lo immagini? lasignoramaria punto qualcosa! ma è bellissimo! perché non l’ho fatto fino a mò?) e tutta la sua adolescenza la mette in archivio, per ripartire con slancio parlando della sua vecchiaia. Intanto a fine 2013 non pretendo di star parlando davvero con qualcuno (mi fanno molta tenerezza quelli che hanno scoperto i blog negli ultimi anni e che ci credono ancora), ma in fondo non l’ho mai fatto, ho sempre e solo parlato con l’unica persona al mondo di cui temo davvero il giudizio. Moi.

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