it’s a hard fight

C’era un tempo in cui il Lidl regnava incontrastato nel mio cuore, come Hard Discount di riferimento. Era una sicurezza, con le sue scatolone aperte ai lati degli scaffali, i suoi prodotti dal nome improbabile, e le sue meravigliose pubblicità. Già, gli spot del Lidl. Un jingle sintetico pompato al massimo, e una voce tiratissima, estremamente promozionale, che annunciava le offerte della settimana: “MARTELLO PNEUMATICO TASCABILE A DICIANNOVE E NOVANTANOVE EURO!”. Il tutto era seguito dall’immagine di un pugno che sbatteva su un piano, come a ribadire il valore di quanto appena urlato, col sottofondo di un coro simil-valchirie che cantava stentoreamente: “Lidl!”.

Ma poi, qualcuno, al reparto marketing del Lidl, ha deciso che quella pubblicità era troppo hard selling. Che bisognava fare qualcosa di più fine, più vicino alle famiglie, più confidenziale. Ed ecco, signore e signori, che va in tv il nuovo spot. Famiglie amorose che riempiono i corridoi di un Lidl inesistente, pulito, colorato, accogliente, bambini che sorridono, e un tremendo jingle cantato da un cantante confidenziale anni ’70. Cambia anche la voce fuori campo, che non è più promozionale e pompata, ma dolce e suadente, e con tono mellifluo annuncia le stesse offerte di sempre. Questa volta, però, l’effetto è straniante. Voglio dire: una pompa idrovora tritarifiuti da giardino per soli ventiquattro euro e diciannove, oggetto immancabile, ha la sua personalità. E non cambia, anche se annunciata da una voce dolce e tranquilla. E neanche se il cantato finale “Lidl” è affidato ad un bimbo. Ma per piacere.

Ridatemi i vecchi spot del Lidl. Ridatemi le voci promozionali, e il loro fascino pop: il Lidl non è un supermercato qualunque, checché ne pensiate voi. Il Lidl è il regno dell’improbabile, è il paese delle meraviglie di noi drogati del trash, non trasformatelo nel solito posto da pubblicità della famiglia felice. Per quello ci sono già i Mulini e Le Superfici Spolverate e Deodorate.

Io voglio un jingle vero, non una canzone di Sanremo. E qui entra in campo il Todis. Il Todis è ancora incontaminato, il marketing moderno non ha ancora inficiato la sua personalità da cuccagna del prodotto indipendente, importato da chissà dove. Entro al Todis, e una rassicurante canzone mi accoglie: “nato dall’amore per i prodotti, Todis, il Superdiscount!”. Un supereroe. Generoso, sorprendente, capace di offrirti, a pochi scaffali di distanza, da un lato il sushi, e dall’altro un ammasso di grassi trans sicuramente mortale, ma confezionato in modo così divertente da essere commovente. Ma quello che mi ha sempre conquistato, del Todis, è il banco surgelati sfusi. Tre metri e mezzo di scorte alimentari, per mangiare con stile anche durante l’inverno nucleare. E il misto zucchine e gamberetti, usato per la pasta, non è niente, niente male.

Credo quindi di poter affermare, con sufficiente certezza, che ormai la mia scelta è definitiva. Addio, Lidl. Benvenuto, Superdiscount Todis.

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8 Comments

  1. Siii, anche io detesto il nuovo spot dove papà palestrati trasportano pargoli di età pericolosamente vicine e aspetto inquietantemente (si dice?chissenefrega) distinto un dall’altro e dove madri col pancione sollevano senza sforzo bambine treenni.
    Evviva il vecchio spot!
    Ed evviva il todis, alcuni prodotti sono ragguardevoli!
    Bacione
    PS le ho mandato una certa foto 😉

  2. accidenti, da qui me lo perdo. Però devo ammettere che lo spot vecchio con il velocissimo elenco delle offerte mi mancherà un sacco. 🙁

    1. sme, per un attimo ho pensato che fosse disponibile al todis il dulce de leche, cioè la mia droga spagnola. ma credo sia meglio che non arrivi mai, in italia, altrimenti le prove costume da qui al 2050 me le scordo. 🙂

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